BROSSURA
Dalla prefazione dell'autore
"Questo libro è dedicato al Silenzio, alla sua misteriosa natura e alle sue non meno arcane vie. Offerta alle anime che gli appartengono da sempre, al di là di ogni logica, una ricerca sul silenzio è un tentativo di luce della Vita, nella Vita e per la Vita. Mai da dimenticare che “Egli è in atto ed è lui stesso l’attualità: infatti, Spirito e Pensiero dello Spirito sono una cosa sola; lo Spirito nella sua interezza si pensa con tutto il suo essere.”. I penetrali di questo universo non possono che appartenergli, compresa la soglia attraverso cui gli si accede; una minima sua scintilla (signatura) gli è necessariamente connaturata e lo contiene tutto intiero. Il divenire non gli compete direttamente. Il silenzio suggestiona attraverso le parole (Dharma) e non viceversa, come parrebbe più logico. Non si “rompe” il silenzio che rimane sempre intero in sé, ma sono le parole-potenti (logoi spermatokoi) a scandirne la forza attraverso lo spazio. Il silenzio o è o non è, esperienza unica e ineffabile. Il suo miracolo è la forza di autosuperamento: quando l’“amore” interiore ha la meglio sulla “collera” il silenzio esplode e si manifesta in un Essere-che-non-è. Qui il mistero: senza silenzio non può esistere conoscenza unitaria ma solo sterile turbinare di convincimenti effimeri, esizialmente discentrati; senza Silenzio non esiste Unità, e senza Unità non esiste Spirito. Senza l’autentico Silenzio non esiste Conoscenza sperimentale che trascenda la temporalità perché è proprio già il Silenzio ad essere la “Voce di Dio”. Inutile cercare altrove. Come ritorna nelle più varie forme della teologia apofatica: niente di vero può esser detto di Dio. E non è certamente un caso che l’etimologia del termine silenzio ci riporti in un sol colpo a quanto unisce, lega, integra, come il mysterion, forma onomatopoietica che drammatizza l’inesprimibile. Non descrivibile in alcun modo, ineffabile e non pensabile, il Silenzio è esclusivamente da vivere perché non è “Altro” da “Questo”. Non appena prendesse un corpo definito, e fosse “Quello”, si verificherebbe la sua scomparsa in quanto Unità o il suo stravolgimento: l’uomo che l’affrontasse culturalmente affermerebbe comunque un’alterità che comporterebbe “nomi” e “forme”; la sua stessa esistenza di soggetto percipiente dissolverebbe il Silenzio perché darebbe corpo ad un “rumore”: quell’essenza del Due che lo sussegue necessariamente in ogni “creazione”, come osservava il neoplatonico Giamblico:“…in verità il 2 è l’unico numero che resta privo di una figura e di una determinazione… in quanto è opposto e, a confronto di tutti gli altri termini numerici, il più contrario al numero uno, come la materia rispetto a Dio e il corpo rispetto all’incorporeo, come fosse, a mo’ di materia, principio e base della differenziazione dei numeri, un po’ come se fosse l’esatto contrario della natura di Dio, per il fatto che il 2 è ritenuto il principio che produce negli enti mutamento e trasformazione, mentre Dio è il principio che produce identità e immutabile permanenza”. |
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Barracano Maurizio - Aseq
Isbn : 8000110480008 - (2016)
Prezzo : € 18,00
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