BROSSURA
Lettore di Pisacane, Mazzini, Sorel, Rensi e Marx, agitatore degli scioperi generali del 1912 e del 1913, instancabile oratore, uomo carismatico, schietto e sincero, nemico del riformismo socialista, avverso al colonialismo e soldato volontario al fronte, dove morì nell’ottobre del 1915, Filippo Corridoni fondò, insieme all’amico Alceste De Ambris, il sindacalismo rivoluzionario italiano.
Il teorico marchigiano è riuscito a penetrare la storia delle idee ricollocando al centro del dibattito il ceto produttivo dei lavoratori. Luca Lezzi ripercorre la vita e l’opera di Corridoni e descrive uno dei momenti storici più controversi ed infuocati del Novecento, convinto che “la riscoperta e l’attualizzazione del pensiero di Filippo Corridoni passano anche per i motivi che lo hanno relegato all’oblio”. In appendice "Sindacalismo e repubblica" scritto da Corridoni e pubblicato postumo nel 1921. |