BROSSURA
Ristampa anastatica da "Bilychnis, Roma, 1914.
«Gli antichi scrittori ecclesiastici hanno tramandato delle sètte gnostiche, di cui furono contemporanei, descrizioni che presentano la gnosi nella luce più sfavorevole. La teologia degli gnostici non parve ad essi, in genere, che un tentativo assurdo di mescolare e confondere la mitologia e la filosofia dei gentili con la pura dottrina tradizionale. I più celebri ed autorevoli creatori di una gnosi cristiana, quali un Basilide e un Valentino, sdegnosamente furono accusati d'essersi lasciati abbagliare dal falso splendore, dicevano, della filosofia di Platone, e di avere voluto al pensiero del gentilesimo subordinare la fede redentrice nel Cristo. E indugiavansi a ritrarre le conseguenze pessime di così cattivi principî nella vita corrotta e perfino in certi osceni riti di cui le sètte gnostiche, nelle segrete loro conventicole, si sarebbero rese colpevoli. Gli gnostici che pure presumevano di parlare anch'essi in nome d'una tradizione ecclesiastica ed anzi apostolica, e facevansi forti soprattutto delle Lettere di Paolo e del Quarto vangelo, erano denunziati energicamente per corrompitori diabolici della divina verità cristiana. E malgrado la vasta diffusione, in tutta la chiesa, di scuole, sètte, chiese gnostiche, il moto religioso della gnosi era considerato come un fatto di nessun valore intrinseco per la vita ecclesiastica e quindi per la storia del cristianesimo. La tendenza a vedere nella gnosi soltanto una improvvisa fioritura, fra il primo e il terzo secolo, di fantasie mitologiche e semi filosofiche cristianeggianti, ed a considerare lo gnosticismo un episodio trascurabile nella storia della chiesa antica, attraverso il medio evo è penetrata nelle ulteriori concezioni storiche del cristianesimo, e fin oggi quasi predomina in autorevoli opere divulgative di storia ecclesiastica.» [...] |