BROSSURA
Severin Rüttgers non intendeva qui proporre un’anemica e distaccata antologia di saghe e leggende, bensì compiere una profonda e risoluta opera pedagogica. Entrato nello NSDAP nel 1932, egli fece proprie le parole di Alfred Rosenberg: “Il primo dovere dell’educazione non è fornire conoscenze tecniche ma la formazione del carattere, vale a dire il rafforzamento dei valori che riposano nel più profondo dell’anima germanica che devono essere accuratamente mantenuti”. Ed è per questo che Rüttgers – nella sua prolifica attività di docente, autore, editore e traduttore – non ha mai mancato di sottolineare la centralità del “mito” nella vita dei popoli, e, nella fattispecie, per quello tedesco. Tra le pagine di Germanische Göttersagen si potranno di certo seguire le avventure di Odino, Thor oppure di Loki e altre divinità, ma soprattutto sarà possibile percepirne la contemporaneità e ciò, per dirlo con le sue parole, “mille anni o più dopo che l’ultimo boschetto sacro è stato abbattuto e l’ultimo altare sacrificale rovesciato. Così profondamente radicata nei cuori germanici è l’antica fede”.
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