BROSSURA
È da poco trascorso il 71° anniversario della fine della Guerra di Corea, con la storiografia di entrambe le parti (nordcoreana da un lato, americana e sudcoreana dall’altro) a rivendicare la vittoria e a incolpare l’altra per l’inizio delle ostilità. Ma come sono andate veramente le cose? Uno studio, forse il più completo tra quelli esistenti, corposamente corredato di fonti di ambedue i campi che allora si sfidavano nell’unipolarismo della prima Guerra Fredda, traccia le reali origini del conflitto del 1950-1953, ben prima di quel 25 giugno. Una lezione di metodo ancora valida per quell’abitudine mai sopita di ignorare o sottovalutare gli antefatti a uso e consumo delle riscritture di comodo. Come i conflitti non iniziano mai dal nulla un 24 febbraio o un 7 ottobre, ma sono il frutto di condizioni che si accumulano e passano allo stadio successivo, così la Guerra di Corea fu il risultato di una lunga serie di provocazioni armate durate tre anni e dell’invasione americana-sudcoreana della RPDC, che ne provocò l’immediata controffensiva fino al perimetro di Pusan. Un altro caposaldo della propaganda occidentale cade così di fronte ai fatti enumerati e spiegati nei minimi particolari, sia del conflitto che prima, ad opera di questi due libri, pubblicati a quasi un trentennio di distanza, sul primo conflitto dopo la Seconda guerra mondiale e la sua genesi. |