RACCOLTO E RIORDINATO DA MARIO SPATARO
Brossura
E', questo, il diario di uno dei tanti internati (o se si preferisce deportati) militari italiani che trascorsero mesi nei campi tedeschi in Polonia. E' il diario di uno qualsiasi di quegli uomini, uno che non era nè un eroe nè un vile: e, per questo, un diario sincero, obbiettivo e privo della demagogia e delle invettive cui la prevalente letteratura concentrazionaria ci ha da tempo abituati.
Infatti, in questo diario, non tutti i cattivi sono da una parte, non tutti i buoni sono dall'altra. Determinante, nelle pagine di Alberto Valsecchi, l'indigrazione per il comportamento del Re nei confronti dei suoi soldati, abbandonati l'8 settembre 1943 al risentimento dell'alleato tradito. Insistente, nella decisione di aderire alla RSI, la ricerca dell'onore e del rispetto della parola data. Interessante, quasi una involontaria conferma delle tesi revisioniste di qualche decennio più tardi, la testimonianza sull'episofio di tifo petecchiale che fece strage nei campi di concentramento tedeschi nell'Europa centrale. Un diario scritto senza pretese, non destinato alla pubblicazione, ritrovato dopo la morte dell'autore. |